I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi. Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra.
rotate-screen-device-prospero-editore

Rotate screen

La Casa Editrice

Chi Siamo Inviaci il tuo testo Concorsi Altri servizi Distribuzione Partner Rivista "Zona Letteraria" Rivista "Q code" Collana "Scrittojo" Rivista "Emma" Collana "Le orbite" Collana "ilMOSAICO" Collana "Maree" Collana "Scripta" Collana "Erodotea" Collana "Bill" Collana "IUStitia"

catalogo

La nostra libreria

Dove trovare i nostri libri

invia proposte

News

La parola all'editore: la geopoetica cambia aspetto

25 ottobre alle ore 14:26

La parola all'editore: Omnia stilus solvit

01 giugno alle ore 14:25

Crowdfunding per Q-Code magazine

17 giugno alle ore 12:00

Letteratura espressa - Una vecchia foto

13 marzo alle ore 15:00

Letteratura espressa - persona in b/n

20 febbraio alle ore 10:10

Letteratura espressa - Sara

05 dicembre alle ore 09:09

Letteratura espressa - Notizie dalla frontiera

14 novembre alle ore 09:09

Letteratura espressa - Questo è il mio braccio

31 ottobre alle ore 09:09

Letteratura espressa - Le ortiche

03 ottobre alle ore 09:09

Letteratura espressa - Istvan

12 settembre alle ore 09:09

Letteratura espressa - Verso il vulcano

22 agosto alle ore 09:09

Letteratura espressa - L'uomo senza

25 luglio alle ore 09:09

Letteratura espressa - Un pezzo di cielo dentro di me

11 luglio alle ore 09:09

Letteratura espressa - Roy

27 giugno alle ore 10:10

Letteratura espressa - La casa delle aquile

13 giugno alle ore 09:09

Letteratura espressa - Gli sposi

30 maggio alle ore 10:10

Premio di poesia Matteo Cristiano - Prima edizione

23 maggio alle ore 18:00

Letteratura espressa - Il fiume in piena

16 maggio alle ore 09:09

Letteratura espressa - Mattina, stazione

02 maggio alle ore 09:09

Letteratura espressa - Il posto delle cose

18 aprile alle ore 09:09

Letteratura espressa: nuova stagione

18 aprile alle ore 08:08

Siamo così indie

12 aprile alle ore 09:09

Dal letame non sempre nascono i fiori

07 dicembre alle ore 09:09

Premio Gozzano 2017 a Valeria Fraccari

15 ottobre alle ore 08:08

Presentazione ufficiale di Scrittojo a Chieti

05 maggio alle ore 09:09

Eventi

logo-prospero-editore
Letteratura espressa - Un pezzo di cielo dentro di me
Letteratura espressa - Un pezzo di cielo dentro di me-image

Non è il cielo sopra Berlino e, tutto sommato, nemmeno tre metri sopra il cielo, ma forse centimetri in più o in meno. Lasciamo perdere i film e i libri e i film. Fatto sta che qui, tra densità e sfilacciature, potrete perdervi e, se proprio ci tenete, ritrovarvi.

Per l’espresso di oggi: volate, prego.

 

Un pezzo di cielo dentro di me

 

Marcio, io, imperituro, sì. Marcio incontro alla mia precisa ferma destinazione, la meta stabilita, il luogo segnato sulla mappa del tempo che io sono che ho ch'è in me. Magnetico, necessario, quel posto m'attrae, con l'arte del gorgo poi, mi disorienta e risucchia.

Imperturbabile, io, sì, ma non tanto da trascurare che, impercettibile sì, ma non abbastanza da evadere il mio sentire, una goccia cadendo si frange, nello schianto s'infrange sulle mie ciglia e figlia quattro più piccole gocce che, percettibilmente si distribuiscono e giacciono sul mio zigomo, la mia guancia, il mio labbro. D'istinto, senza vera necessità, senza sete, tanto per fare, lo giuro, lecco quella goccia dal mio labbro e l'introduco nella bocca che l'accoglie già di per sé umida e a tutto questo indifferente. Dallo zigomo puntuto e sdrucciolo se ne distacca volando via un'altra, sorpresa da quel teso vento che nella fattispecie io sono e si disperde, e atterri dove, io non so. Dalla guancia invece non si muovono, restano, s'asciugano, penetrano in me. Anche loro hanno un’origine, un dovere, una destinazione precisa, un luogo, mille mille mille ne hanno avuti, tornano e ripartono da qui e chissadove, ed ora ultimo di quella serie, quel luogo, io sono.

Imperturbabile marcio ed una scheggia di cielo entra dentro di me.

Accidenti degli elementi.

Eccola, lassù, eccola nel grigiazzurro cielo, perturbata, la nuvola, l'astronave madre, che scorgo, controllo e sorveglio con la testa vigile dell'occhio; di più, altro, non voglio: alzare il capo, così che lei sappia di me, sbilanciando inoltre il mio lanciato passo, distraendo la mia imperitura marcia è troppo, è esagerato donare. Indifferent'ordunque m'allungo verso il luogo che so, scosso da fremiti d'impazienza urbanamente mitigati. Temo, e timore s'usa d'obbligo soffrire quand'udiamo cose che non credevamo udibili: temo di sentire la nuvola richiamare i suoi dispersi figli. Riecheggiano attorno, dentro, i nomi di quei discendenti di celeste stirpe, nomi formati da suoni indicibili, inspiegabili. Son dentro di me, ora, madre, non mancherò di restituirteli, non temere, ci sarà tempo e modo e luogo, e soprattutto, luogo.

Or che son consapevole d'aver frammenti di cielo dentro di me, il mio passo s'alleggerisce e sgrava, non più m'inerpico ansimante d'ansa in ansa su per gl'intricati erti vicoli, ma sorvolo, ora, le strade luride e retto, sfreccio veloce e netto.

Ancora, ancora, ancora salgo, m'innalzo, ancora, verso di te, a te, da te giungo, dunque, rimbalzando sulla tua schiena come il liscio sasso sul piatto dorso dello stagno, del fiume quieto, e quando cessato sarà il mio slancio, rendendoti i figli precipiterò nel raggiante tuo luminoso grembo.

Numinoso grembo.

Lumi e numi.

Ed ecco che mi porti attraverso nuovi solchi del cielo mutando perennemente il tuo aspetto, ti sfili e ricompatti, ti prendi gioco del vento che vorrebbe sollevarti le sottane ed assumi forme che quei di laggiù pensan di riconoscere e battezzano con nomi formati da suoni indicibili, inspiegabili. Stanca, sei, annoiata, ora, di questo vecchio gioco ed ecco che ti sciogli in pioggia e cadendo, io, ritorno, alla terra, e sul fondo dello stagno, dove riposo, il fondo del fiume quieto ansa dopo ansa, dormo e sogno, il fondo è, era il mio luogo, giaccio e ricordo che un piccolo pezzo di cielo prese casa dentro di me, un bel dì, marciando.

 

Nivangio Siovara

 

Nivangio Siovara non esiste, è solo uno pseudonimo. Come Atena, è nato dalla testa del padre che non abbandona mai; trascorre, anzi, il proprio tempo ad osservarlo con scientifico interesse. Il risultato è una continua produzione di oscuri scritti, tra cui i romanzi editi per i tipi di Prospero: il nuovissimo In Albis e L’onestà del moloch.