Rotate screen
Vengono dallo stesso paese Azario e Cenzo, passano per Montréal, arrivano a New York. Partono come milioni di emigranti, prima e dopo di loro, per cercare fortuna in America. Partono per guadagnare quei dollari che li potrebbero emancipare dalla grama esistenza bracciantile. Sognano di diventare contadini, proprietari d’un pezzo di terra loro, con cui sperare di migliorare il futuro dei propri figli. Non tutto andrà come previsto, almeno non per tutti. Progenitori di un’Italia che ha vissuto simili storie che non sono entrate nella Storia per soggezione, riserbo, timore. Talune rimozioni non aiutano le attuali generazioni a comprendere il mondo, che continua inesorabilmente a migrare. Ed è impossibile chiudere le porte e gli occhi.
Le storie di questi uomini migratori con l’indole da lupo, esseri solitari da sempre abituati a vivere in branco, sono un inno alla vita. Insieme a loro si apprende che i dolori, le ingiustizie, gli affanni delle famiglie che vivono una separazione possono essere cancellati per un istante dalle note di un grammofono, un suono che va dritto al cuore spazzando via lontano l’odore del bitume caldo
Marzia Coronati, giornalista RadioTre