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Marchi che ti mandano in guerra, volantini che cadono come bombe, manifesti che nessuno ascolta. Storia di un immaginario crudele da cui liberarsi. Storia di ieri e purtroppo anche di oggi.
Corredato di immagini.
Un libro documentatissimo e appassionato, che ci mostra come la guerra non sia altro che un gioco di potere e un grande business, da promuovere, propagandare, pubblicizzare come qualsiasi merce capace di produrre profitto per pochi e sfruttamento, rapina, esclusione, sofferenza per molti.
Un saggio morbido e duro, trascinante come un romanzo, che nega la naturalità dei conflitti armati e smaschera le tecniche persuasive che a essi variamente portano.
Un elogio del pensiero critico e della capacità di chiedersi instancabilmente “Perché?”
Maria Nadotti
Manifesti, volantini, campagne di stampe: per "vendere" il ricorso alle armi si usano da sempre le tipiche tecniche della pubblicità. Un esperto le analizza. E le smaschera.
Questo libro ci insegna che quello che Mazza definisce il “gioco di specchi della propaganda”, anche di guerra, è molto più sofisticato di ciò che supponiamo sia.
Una ricerca molto ampia, interessante, ricco di informazioni storiche e di immagini.
In Campagne di guerra ci sono molte più cose di quanto non appaia dal titolo (...) al centro dell’interessantissimo libro di Mazza ci sono decine e decine di quelle che potremmo definire armi di carta.
L'analisi di Mazza sfida le visioni riduttive delle merci come semplici oggetti di scambio economico e ci porta oggi a considerare il ruolo più ampio che ogni merce ha nella nostra vita sociale e culturale.
Si evince molto bene che guerra e propaganda vanno sempre insieme.
Riascolta qui l'intervista (dal minuto 16:10)