Rotate screen
Tutti erano colpevoli fino a prova contraria. E dopo la prova, erano tutti colpevoli, scrive Thomas Clayton Wolfe nel suo capolavoro, O Lost. Una sentenza di condanna comminata al genere umano che una persona si sente addosso, un j’accuse che la inchioda al suo essere vivo. Ed è proprio il vivere che questa persona rifiuta. D’improvviso in suo soccorso ecco giungere il Maligno – e se non fosse lui? Se l’apparizione fosse un’illusione? – pronto a proporre un accordo: concederà al disperato l’agognato riposo eterno a condizione che il suo compagno sappia trovare, tra coloro che ha incontrato e conosciuto, qualcuno degno di ricevere dalle mani dal demonio il tempo che gli resta.
Una colata lavica che, al suo passaggio, tutto brucia, scioglie e divora. È la prosa di Paolo Vitaliano Pizzato che in questo duro e appassionato “Faust” 3.0 ci illumina sulle grandezze e sulle miserie,
sulle vertigini e sulle cadute che la coscienza umana attraversa in questa sempre più ardua e gravosa Odissea del vivere.
Eleonora Molisani di Tustyle magazine