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Palestina. Luoghi ed eventi storici, memorie personali e ricordi di guerre passate costituiscono l’ambientazione in cui prendono voce tre personaggi con esperienze di vita diverse, ma accomunate dal fatto di trovarsi, ciascuno a modo proprio, di fronte a un bivio esistenziale.
Rawi è un giovane giornalista palestinese. La sua famiglia è emigrata nel campo profughi di Dheisheh dopo la Nakba, nel 1948. Dopo una traumatica prigionia in una delle carceri segrete dell’occupazione israeliana, si isola e si chiude in un silenzio fatto di paure e ricerca di senso.
Mina è una ragazza italiana di origini meridionali. Attraverso i suoi ricordi si ripercorre una storia di migrazione. La perdita della madre la getta in uno stato di distrazione continua, a un’esistenza fatta di silenzio e dolore. Una serie di eventi la mette in contatto con la Palestina e la conduce a ritrovare in quella terra alcune risposte alle proprie domande.
Motaz è un tassista di Betlemme che ha scelto questa professione per aiutare la sua famiglia, rinunciando ai propri sogni. I posti di blocco che è costretto a rispettare, le storie di sofferenza che ascolta dai suoi passeggeri e le continue perdite della sua famiglia a causa dell’occupazione lo conducono a un silenzio fatto di dramma e disperazione.
Tre storie personali si intrecciano e si fondono in una sola, collettiva. E silente.