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Una raccolta di racconti sull’Italia del Novecento, tra autobiografia e osservazione del reale. Si parte dalla Grande Guerra, ci si sofferma sul secondo dopoguerra, si attraversa il Sessantotto con le sue miserie e le sue utopie, si arriva all’epoca delle guerre globali, del disincanto, del razzismo e dell’arrivismo d’oggi. Un certo ruolo hanno le parlate dialettali – il veneto, il toscano, il lombardo, il genovese – che testimoniano non già presunte identità regionali, a cui l’autore si sente completamente estraneo, ma forme di esperienza vissuta che mantengono, se non altro nel ricordo, una grande vitalità.